"Io mi immagino alla base di una piramide altissima e grandissima, talmente grande che da ciascuno dei suoi lati non si riesce a vedere tutto il lato stesso....

Ogni lato rappresenta un "approccio" marziale.

Chiaramente ogni lato è diverso dall'altro (judo, karate, wushu, aikido, taekwondo, thai boxe, lotta, tai chi ecc) e addirittura ogni "pezzo di lato" si differenzia da altri pezzi per certe sue caratteristiche (penso al jkd rispetto al kung fu o al taekwondo rispetto al karate o alla kick boxing rispetto al full contact o al judo rispetto al jujitsu ecc.).

Però, anche se la strada verso la cima è lunghissima, a mano a mano che si sale (di livello), ci si accorge che la nostra visione si allarga, e le differenze scompaiono.

Continuando a salire, poi, ci rendiamo conto di avvicinarci sempre più agli altri lati (le altre arti marziali) finché al culmine della nostra vita (marziale e non) forse, con tanta e immensa fatica potremo arrivare alla cima..

E allora ci accorgeremo che la cima corrisponde all'AVER CAPITO

E non esisterà più nessun metodo, nessuna tecnica codificata, nessuna difficoltà né differenza con le arti che non abbiamo mai praticato.

Esisteremo solo noi, con il nostro corpo e il nostro spirito.

Quindi in un ipotetico quanto inutile scontro tra due diversi individui, in una utopica condizione di parità cerebrale e di condizioni fisiche e sociali, vincerà colui che nel proprio lato della piramide è riuscito a salire più in alto"

Andrea Pagni